Premio Scidà
Catania, 3 ottobre 2018
PREMIO GIOVAN BATTISTA SCIDA' 2018
"Nessuna città può negare a tanti suoi figli la condizione di cittadini, condannandoli a quella di abitanti diseredati". Così scriveva il presidente del Tribunale dei Minori, Giovan Battista Scidà, ammonendo ed esortando l'amministrazione catanese e tutte le istituzioni responsabili del degrado dei quartieri di Catania, affinché intervenissero realmente e in misura preventiva sulle condizioni drammatiche di povertà e rischio in cui versavano i minori della città. L'Associazione CCSVI nella Sclerosi multipla e la Fondazione "La città invisibile"(ente no profit attivo nel garantire ai ragazzi di tali quartieri pari opportunità, difendendo i loro diritti, investendo sulle loro potenzialità per accrescerne autostima, fiducia e cultura), ha deciso di intitolare al presidente Scidà un Premio che verrà assegnato ogni anno ad un cittadino o ad una cittadina proveniente dai quartieri delicati di Catania, una persona che, dal lato della propria "invisibilità sociale" si è distinta per generosità e solidarietà verso gli altri, per passione verso il bene comune. Questo Premio vuole contribuire a far emergere le personalità positive, che lottano per sé e per gli altri, oltre gli steccati dell'individualismo e del manicheismo sociale, affinché vengano riconosciuti i diritti degli emarginati di questa città. Quest'anno il "Premio Giovan Battista Scidà" sarà assegnato alla signora Valentina Torre, persona esemplare, attiva nell'aiuto ai più poveri, esempio luminoso di solidarietà sociale e di attenzione amorevole ai bisognosi e agli ultimi.
"La città invisibile" con l'occasione lancia un appello alle Istituzioni sulla scia delle battaglie di Scidà, maestro di vita e giudice amatissimo proprio dai ragazzi delle periferie per il suo carattere giusto e ispirato da carità. Ricordiamo infatti come la pensava Scidà sul ricovero in istituti finanziati dallo Stato, per sottrarli alle famiglie povere: invece di finanziare gli istituti, si diano aiuti concreti ai genitori!
La sottrazione, a meno che non vi siano provati abusi e violenze, è essa stessa un trauma e comporta un aggravamento delle condizioni sociali delle famiglie. Il Comune di Catania spende circa 80 euro al giorno per ogni ragazzo ricoverato in comunità, dove spesso non si svolge un'azione educativa, bensì repressiva e dove la mancanza di reale controllo, sfocia in casi di violenze ulteriori sia fisiche che psicologiche ai ragazzi stessi. Troppo spesso lo Stato, la Scuola, i Servizi sociali ricorrono al Tribunale per chiedere che si assegnino minori ale comunità senza esercitare il compito reale di Stato, scuola e servizi socio assistenziali cui sarebbero preposti. Mentre si registrano casi di minori appartenenti a famiglie militanti nella criminalità organizzata, totalmente abbandonati alla "cattiva educazione" i tali genitori, in cui le medesime istituzioni non solo non intervengono, ma si trincerano dietro un'inquietante omertà.